Ci siamo, è uscita l’antologia “La generazione entrante. Poeti nati negli Anni Ottanta.” (Ladolfi editore) a cura di Matteo Fantuzzi con alcune mie poesie introdotte da Maria Grazia Calandrone.
Tutti gli autori:
Dina Basso, Marco Bini, Carlo Carabba, Giuseppe Carracchia, Tommaso Di Dio, Francesco Iannone, Domenico Ingenito, Franca Mancinelli, Lorenzo Mari, Davide Nota , Anna Ruotolo, Giulia Rusconi, Sarah Tardino, Francesco Terzago, Matteo Zattoni.
Introduzioni a cura di:
Manuel Cohen, Gianfranco Lauretano, Roberto Carnero, Andrea Temporelli, Stefano Raimondi, Massimo Morasso, Antonella Anedda, Gualtiero De Santi, Andrea Gibellini, Giuliano Ladolfi, Maria Grazia Calandrone, Anna Maria Carpi, Rosita Copioli, Gian Ruggero Manzoni, Alberto Casadei.
Dalla prefazione di M. Fantuzzi:
“Nella poesia giovanile odierna viene a mancare l’idea di “comunità”, di intento di gruppo che aveva caratterizzato i cosiddetti “Settanta” o, ancora meglio, un buon gruppo di autori, molto agguerriti, anagraficamente compresi tra il 1968 e il 1977. Ora ci troviamo al contrario di fronte a un’identità sfilacciata e solitaria, debole e poco battagliera, una potenziale nuova “generazione in ombra”, non classificabile in una sola semplicistica categoria, ma in grado al contrario di creare con il proprio lavoro come già è accaduto per i nati negli Anni Sessanta opere importanti. E proprio dalle opere dobbiamo ripartire se vogliamo risuscitare lo stato della poesia italiana contemporanea, l’unico antidoto (e questi nuovi autori lo hanno ben capito) sono i testi. Solo la carta può risolvere le cose.”
La generazione entrante, 12.00€
Codice ISBN: 978-88-664402-91 Autore: MATTEO FANTUZZI (a cura di) Titolo: La generazione entrante. Poeti nati negli Anni Ottanta. Anno di Edizione: 2011 Collana: Smeraldo – critica letteraria
In tutte le librerie e, online, anche qui.
In altri e più nobili tempi, il discrimine alla pubblicazione era dato dalla qualità del testo; oggi, dalla disponibilità economica dell’autore a saziare le avide casse degli editori… Il racket degli editori, sciacalli che speculano sul bovarismo di quanti anelano a farsi chiamare ‘poeti’, è il solo arbitro di ciò che in futuro sarà da considerarsi poesia oppure no… Se è questo il presupposto per fare poesia, allora è naturale che molti preferiscano modi più divertenti e piacevoli di buttar via i propri soldi…; è proprio vero che il sistema economico attuale ha forti somiglianze con la logica della prostituzione!
guglielmo aprile
non ho capito se il tuo intervento è riferito in particolare all’antologia di cui sopra o è una riflessione tua, personale e generica sul “meraviglioso mondo poetico”. Io propendo per la seconda (mia) lettura e francamente – ti dirò – il discorso che fai è molto abusato, già sentito, conduce ad un’impasse bella e buona. Ricalca, in definitiva, un modo di procedere naturalmente (per costituzione sua propria, dico) affine al cosiddetto “pensiero di gruppo” (e il pensiero di gruppo tende al e sfocia nel – ahimè – conformismo). Credo sarebbe molto più utile cominciare ad utilizzare un nuovo metodo, più vicino ai modi di quella che è meravigliosamente definita “intelligenza collettiva” e invece che demolire acriticamente, costruire – per quel che si può, tutti assieme ma ognuno con la propria testa (!) e con un certo criterio, un certo rigore da stabilire prima verso se stessi e poi verso ciò che si legge – un giudizio credibile.
Esempio: “cosa c’è, nel mare magnum, che è poesia perché…, posso definire poesia in quanto…, valuto meritevole di…, effettivamente fa…, senza dubbio ricrea…, non manca certamente di…?”
Mi sembrerebbe un bel punto di partenza. E, in definitiva, il punto da dove parte anche l’antologia LGE che non ha a che fare né con strani giochi editoral-commerciali né ha la presunzione di esaurire un qualsivoglia discorso su un quadro generazionale (ma per saperlo bisogna leggerla con attenzione) né è il risultato di una scelta bieca e cieca modellata sui gusti e le preferenze personali del curatore o dell’editore. Anzi, è un vasto campionario di varia umanità! (mi si passi l’espressione).
Ma per sapere – anche – questo bisogna leggere prima, per bene e tutto (ancora, sì).
Grazie del tuo passaggio, comunque. Se hai investito del tempo per scrivere il tuo parere proprio qui, proprio in questo post vuol dire che qualcosa, in definitiva, tutto ‘sto lavoro muove e s-muove.
anna
p.s.= sono, invece, sinceramente affascinata e curiosissima di sapere i modi divertenti e piacevoli di buttare via i soldi!
una cosa a cui tengo oltre a quelle che già ha detto anna: nessuno degli autori inseriti ha dovuto sborsare nemmeno un euro per essere presente, anzi hanno avuto a priori una copia omaggio e la possibilità di acqistarne ulteriori eventuali a prezzo calmierato, nonostante il libro abbia distribuzione nazionale e una diffusione certo non “di nicchia”. spero guglielmo la considererai un esempio virtuoso nel non sempre virtuosissimo mondo della poesia dove purtroppo l’editoria a pagamento a volte fa disastri.
Caro Guglielo, concordo in parte con la tua critica, ma oggi, per fortuna, la pubblicazione a stampa è l’ultimo dei problemi, chi ancora giudica il valore di un poeta in base al numero di pubblicazioni è fuori dal nostro tempo. Il web permette di superare barriere e limiti economici (almeno la soglia d’ingresso al web è molto bassa), e per esempio fare un ebook non costa nulla, e non si chiedono soldi ad autori, per cui è ormai una disputa obsoleta quella sul rapporto editore/autore/editoria…
(le realtà sono varie e le possibilità infinite, ma per fortuna spendere soldi per pubblicare non comporta nessun vantaggio…)
del resto proprio quest’antologia dimostra quanto sia diventato importante il web, nella poesia italiana contemporanea. Autori che provengono da zone una volta marginali, si trovano finalmente e con facilità nella condizione di poter essere letti, conosciuti e scelti per una pubblicazione interessante, non grazie alle conoscenze maturate dalla vicinanza ai centri di “potere”, ma grazie ai propri testi pubblicati, anche, e letti, soprattutto, sul web
quello che mi sembra manchi è toccare il libro e farsene una opinione, sfogliarlo. Il fatto che Anna lo proponga depone a favore del volume; ma che cosa dei versi degli altri? E se non mi piacessero?
Per quello che riguarda il primo commento mi è venuto subito di pensare: “Molti se lo possono permettere”, molti possono pubblicare un libro. Ma sono io che scelgo.
Su Facebook ho chiesto amicizia ad Anna dopo che lessi le sue poesie su “Poesia”, e mi piacquero! Così, che dirvi: possono esistere bravi poeti ricchi ed altri, invece, sfigati, oppure una via di mezzo…
Goethe stava bene, Dante non era un poveraccio. Penna viveva come viveva, la Merini… beh lo sapete. Quello che conta sono le parole ed il gusto di chi legge: l’incanto che si crea. Se uno ha pagato o non ha pagato per me poco importa: oramai ho una certa sensibilità nello scovare i fakes e gli originali 😉
Un bacio ragazzi.
Anna il libro lo prendo.
ciao, Gian. Poi ci fai sapere.