Anna Ruotolo – Dei settantaquattro modi di chiamarti – Raffaelli Editore Rimini aprile 2012 –
scheda – Poesia Italiana –

La poesia cerca il proprio spazio per attraversare la vita, gli esseri umani nella loro fragilità compiono gesti ed attraversano i luoghi della durata, che prende i colori di una transumanza e gli afrori della mirra e dell’incenso. Scavalcano, in questo nomadismo, paesaggi diversi tra loro in cerca di alimentazione, diventano creature che guardano ciò che incontrano, li attrae senza avere sufficiente conoscenza. La percezione di mancanza li disorienta e li fa sentire figli di un disordine arcano, da non confondersi con l’umana confusione.
L’intuito del lettore mi ha fatto seguire le tracce di questa non chiarezza attraversando la proposta letteraria di Anna Ruotolo, cavalcando l’eco della sequela oratoria in essa contenuta.
Ho scoperto una moderna sacralità che si richiama alla pudica semplicità della preghiera mariana contaminata dal disordine umano. Il verso breve ricorda la scansione della salmodia ed il tempo passato rispettoso del ricordo popolare di chi vive l’Altrove.
L’asciuttezza della strofa marca contorni imprecisi, senza nome, ma catena gestuale che confluisce nella fisicità soprannaturale ben nominata da parole che indicano il mare, la montagna in un moto di onde che attrae: il lettore segue, con imbarazzante apprensione, il verso conciso come le briciole di Pollicino o forse un inquieto filo d’Arianna che dal ventre del mare sale fino alla testa della montagna.
Questa emozione intenta all’orazione si distrae, come accade nelle circostanze reali per aprirsi o legarsi ad una riflessione umana, viva, reale, che la poetessa consegna con sapienza letteraria alle prose liriche, interrompendo la profana giaculatoria, mentre la riflessione ristabilisce un unico equilibrio tra il mistero della divinazione e la più umana speculazione della mente.

Edb

Giugno 2012