dal sito www.rivistaclandestino.com

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Il vincitore dell’edizione 2011
del Premio di Poesia clanDestino:

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ANNA RUOTOLO
con la raccolta di poesie
“Dei settantaquattro modi di chiamarti”

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Anna Ruotolo, (1985) vive a Maddaloni, in provincia di Caserta. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza. Con le sue poesie ha vinto vari premi nazionali e internazionali giovanili (tra gli altri, il “Premio Turoldo” 2009 nella sezione under 25, il concorso “Subway letteratura” 2011). Suoi testi sono apparsi in “Poesia” di Crocetti, ne “Il Foglio Volante – La flugfolio”, ne “Il Foglio Clandestino”, in “Capoverso”, in “Poeti e Poesia”, nel quotidiano “Il Tempo” e nella rivista italo-newyorkese “Italian Poetry Review”. Dal 2008 al 2010 ha curato e condotto il poetry slam “Su il sipario” in diversi locali casertani. È presente in varie antologie poetiche. Tra le altre si segnalano: “Quattro giovin/astri” (Kolibris, Bologna 2010) e “Raccolta di poesie” (Subway edizioni, Milano 2011). Secondi luce (LietoColle, Faloppio 2009 – premio Silvia Raimondo 2009, Premio Turoldo 2009, Premio Internazionale Città di Ostia 2011) è la sua opera prima.

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Primo. Cielo indiviso,

cielo nevicato all’improvviso

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Secondo. Bontà di roccia

e di montagna

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Terzo. Mani di bandiere

nell’aria

e nella nebbia

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Quarto. Coperta di Dio

stesa per un poco

a terra.

Così poco…

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Quinto. Le porte che si aprono

dai tuoi occhi.

Le porte – io credo –

del chiarore mattutino

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Settimo. La destra e la sinistra

piccole e forti

nella mia destra

e nella mia sinistra

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Ottavo. Il “sì, ti aspetto”

e il mondo risvegliato

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Nono. Un cristallo d’acqua alla tua bocca

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Decimo. Colle nato dal vento,

colle che ti brilla dentro

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Dei

(abbracciare)

L’abbracciabile. Ci sono, credo, anche loro: le materie fatte per essere abbracciate. E pulsano nello spazio semicircolare e finiscono per mettervi radici, perché quella è la dichiarazione della loro natura. Materie minuscole e pulviscolari o materie altissime come un albero, fisso nella terra e slanciato verso il cielo. In un destino preciso del pianeta. Un albero che cresce in giù e in su e basta a sé stesso. E pur bastandosi si lascia circondare.