4 ottobre 2012

«Latente in “Secondi luce” la vocazione al verso stretto e stringente, stillato e stillante, esplode nel suo ultimo lavoro in versi; si tratta, sì, di una raccolta apparentemente difforme e spuria rispetto alle precedenti prove di Anna Ruotolo ma, in verità, essa diviene il giusto approdo di un sensibilissimo sentimento del tempo che, appresa la tagliente conoscenza della morte e della morte quotidiana, raccoglie i palpiti più intimi e gratuiti dell’estetica della resurrezione (74 secondi luce per tenere in vita Anna D.). La visitazione, l’epifania della parola vincono il niente e ciò che emerge è unlento salmodiare che induce alla preghiera, al respiro corpuscolare fatto di una nitidezza di immagini quasi vociana, fino alla conclusione sublime che rivela l’essenza piena della poesia stessa. Scrivere altro non è che chiamare le cose col giusto nome (ri-chiamarle: Lazzaro!?), nominare, fare carne ciò che fu verbo, eterno ciò che è mortale, divino (Dei, si intitola una delle più belle prose del testo) ciò che è umano e apparentemente banale».

Alessio Alessandrini